Discarica abusiva: nuovo sopralluogo a Rio Fiume
Era il 14 marzo quando un gruppo di Rangers, nel corso di un sopralluogo sulle colline di Santa Marinella, scoprivano una enorme discarica a cielo aperto portata alla luce dall’alluvione dello scorso novembre e che per mesi ha scaricato attraverso i fosso Rio Fiume i liquami in mare. Venne definito il più grave disastro ambientale degli ultimi anni, una vera e propria bomba ecologica che da tempo produce danni alla fauna e alla flora marina. Si tratta di una ex discarica utilizzata sia dal Comune di Tolfa che da quello di Santa Marinella per conferire i rifiuti negli anni che vanno dal 1950 al 1980 e poi tombata e rimasta ferma per decenni.
L’alluvione del 24 novembre del 2014, però, l’ha riportata alla luce e l’ammasso di rifiuti che erano depositati nel letto di Rio Fiume, a circa 2,5 Km a monte della costa santamarinellese ma in pieno territorio tolfetano, è stato scardinato ed ha trascinato in mare percolato, agenti inquinanti organici e inorganici e ogni tipo di rifiuto presente nelle buste di plastica che giacevano da anni sul fondo del torrente. Due giorni dopo e precisamente il 16 marzo, il Comune di Tolfa preoccupato per la vicenda, emette un’ordinanza a firma del sindaco Luigi Landi in cui viene predisposto di collocare cartelli stradali di divieto di accesso, di perimetrare l’area soggetta a discarica, la posa di un telo impermeabile nel frontone della scarpata che confina con il fosso e la ricostruzione dell’argine a protezione del telo e al contenimento dei rifiuti. Ovviamente il tutto con somma urgenza. Ebbene, trascorsi oltre 45 giorni dall’emissione di quella ordinanza, tutto è ancora come prima. Nel corso di un secondo sopralluogo effettuato sabato scorso dal Nucleo dei Rangers, infatti, è stato riscontrato che di tutto quello che era previsto nell’atto del sindaco di Tolfa non è stato fatto nulla. Il Presidente Regionale del Nucleo Operativo Tutela Ambiente dei Rangers D’Italia, nonché delegato all’ambiente del Comune di Santa Marinella Luca Astori ha di nuovo inviato una relazione all’ufficio preposto e per conoscenza al sindaco Roberto Bacheca, in cui si evidenziano queste mancanze.
Nel tratto del fosso Rio Fiume in località Piane di S.Lorenzo, giacciono migliaia di sacchetti di plastica sparsi in un raggio di centinaia di metri impigliati tra gli alberi e sulla vegetazione, l’acqua inquinata dal percolato prodotto dai rifiuti giacenti sotto terra per trent’anni. “Dopo un mese e mezzo abbiamo deciso di effettuare un controllo per vedere se quello che era stato riportato dall’ordinanza del sindaco Landi fosse stato rispettato – dice il delegato all’ambiente Luca Astori – purtroppo abbiamo trovato la stessa situazione del 14 marzo scorso, i rifiuti non si sono mineralizzati come è stato scritto dal Comune di Tolfa, ci sono ancora migliaia di buste di plastica, pezzi metallici di auto, rifiuti plastici, bottiglie di vetro e elettrodomestici arrugginiti, mentre la fauna locale, per sopravvivere, si è rigenerata nella parte opposta rispetto a dove sono collocati i rifiuti. In questo modo non si risolve nessun problema”. Un problema però che riguarda Santa Marinella visto che per mesi, le piene che hanno eroso gli argini portando alla luce enormi quantità di rifiuti, sono stati poi trasportati dall’acqua fino a mare. Nella relazione inviata al Comune di Tolfa, si evidenziava che “sulla parete dell’argine destro, si possono notare gli strati di rifiuti che, in alcuni tratti, raggiungono lo spessore di alcuni metri, rendendo chiaramente l’idea del danno ambientale. La poca compattezza dei rifiuti, le temperature e la completa assenza di impermeabilizzazione, sia sullo strato superiore che sul fondo della discarica, lasciano ipotizzare anche la presenza del pericoloso percolato, indicato anche dalla presenza sul letto del fiume di acque scure e melmose e cattivo odore. Nella valutazione del problema si chiede di tener conto che, oltre alla contaminazione dell’area interessata e del corso d’acqua, gli agenti inquinanti organici e inorganici vengono trasportati dalla corrente fino al mare, ampliando cosi le dimensioni del danno ambientale”. Nella relazione, i firmatari chiedevano al sindaco di Tolfa di assumere tutte le misure necessarie alla salvaguardia dell’ambiente.