Santa Marinella, Sel e Acp, è possibile: un ostello della gioventù al vecchio Hotel Miramare
“E’ novità di questi giorni che la Misericordia gestirà come ONLUS un ostello della gioventù al vecchio Hotel Miramare, vicino alla stazione”, dichiarano in una nota stampa congiunta Sel Santa Marinella, Altra Città Possibile e l’associazione È possibile. “Se confermata, questa è una gran bella notizia perché potrà portare nelle nostre strade la gioventù di tutto il mondo”. “Proprio perché crediamo in una Santa Marinella che accoglie – proseguono- condanniamo l’indifferenza e la strumentalità con cui qualche mese fa, si è negata un’altra l’occasione per la città: Santa Marinella infatti, proprio all’hotel Miramare, avrebbe potuto ospitare per sei mesi, sotto la garanzia e l’assistenza della Croce Rossa, alcune decine di persone in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni, in cerca di un’esistenza dignitosa e a cui avremmo potuto offrire accoglienza gettando le basi di una possibile integrazione”. Un occasione mancata dall’Amministrazione secondo Sel, Acp ed È possibile, che sarebbe anche stata “un’opportunità di impegno, di confronto e di scambio per i nostri giovani, ma
l’Amministrazione Bacheca, dimostrando una inusuale tempestività, l’ha impedito”. Una “Amministrazione arrendevole e inefficace con i forti – proseguono- sciatta e superficiale nella gestione dei beni comuni, inconcludente nella realizzazione delle opere pubbliche, incapace di qualunque pianificazione dei servizi e che si è dimostrata invece rapida e spietata quando si è trattato di cacciare esseri umani in cerca di salvezza”. “È quindi con un po’ di amarezza che oggi salutiamo con favore l’iniziativa della ONLUS di un ostello della gioventù – proseguono- che potrebbe portare sul nostro territorio una nuova occasione di incontro tra i nostri ragazzi e i giovani ospiti della struttura”, nella speranza – concludono- che dallo scambio, dalla conoscenza e dalla diversità possa nascere, per il futuro di Santa Marinella, una energia nuova in grado di spezzare le catene della chiusura mentale che ancora oggi, qui, esercita il suo potere ottuso”