Capire il pregiudizio

Molti ne parlano, tanti ne sparlano, ma pochi capiscono il senso e la funzione che hanno i pregiudizi nel comportamento umano di ogni epoca. Cerchiamo di fare chiarezza, usando un pizzico di psicologia, qualche base di neurologia e molto buonsenso. Innanzitutto, dal punto di vista etimologico, la parola pregiudizio potrebbe essere tradotta in “giudizio anticipato”, e non saremmo lontani dal vero. Normalmente l’essere umano apprende per ” prove ed errori”, cioè valuta l’ambiente che lo circonda, mette in atto un comportamento per adattarvisi e, se tale comportamento genera vantaggio, lo immagazzina in memoria, per riusarlo quando si presenterà una condizione ambientale simile alla prima volta. I percorsi scolastici non sono altro che una serie di stimoli ambientali costruiti ad arte per generare giudizi e comportamenti funzionali ad uno sviluppo ritenuto ottimale per il bambino.Il giudizio è quindi il passaggio intermedio tra la percezione dello stimolo ambientale e la risposta comportamentale generata dall’essere umano. Attraverso un corretto giudizio sulla realtà possiamo mettere in atto i comportamenti più funzionali per la vita. A volte ne siamo coscienti, a volte no, ma ogni nostro comportamento è sempre preceduto da un giudizio, che però a sua volta non è sempre basato sulla percezione della realtà. Oltre alla percezione della realtà, influenzano i giudizi anche i ricordi (se ricordiamo di aver provato più volte a fare qualcosa in cui abbiamo sempre fallito, forse giudicheremo difficile quella cosa), le emozioni (la persona amata spesso viene giudicata diversamente dal partner rispetto ad un estraneo) e la nostra condizione nel momento del giudizio stesso (quando siamo malati vediamo tutto con molto pessimismo). A volte le persone generano giudizi anche senza la percezione vera dello stimolo, producendo così comportamenti basati su altre variabili come, memoria, emozioni, propriocezione o altro, creando pregiudizi, o giudizi anticipati rispetto all’esperienza, che possono condizionare l’esperienza stessa.L’ondata moralizzatrice odierna condanna i pregiudizi, ma questo schema è stato uno degli strumenti più utili nel preservare la razza umana nel corso dei secoli. Attraverso il pregiudizio, basato su esperienze pregresse o sulle urla dei genitori, il bambino applica il comportamento di non avvicinarsi al fornello acceso e, attraverso il pregiudizio del disonore sociale la gente rispetta la legge.Il pregiudizio diventa intollerabile nel momento in cui si sclerotizza nella mente umana, divenendo inattaccabile anche nel caso in cui la percezione della realtà, o le nuove scoperte scintifiche, vadano evidentemente a confutarlo. Un pregiudizio che non permette più la verifica empirica attraverso la percezione delle nuove realtà, genera comportamenti contrari alle regole del vivere comune, irrispettosi dei diritti fondamentali di ciascun essere umano.Non possiamo dunque imporci di non formulare mai pregiudizi, perché sarebbe impossibile per ciascun essere umano, ma dobbiamo essere consapevoli che ogni nostro pregiudizio può e deve essere verificato confrontandolo con la realtà percepita, che oggi cambia continuamente e si sviluppa in tempi ritenuti impensabili fino a pochi anni fa

Dott.  Alfonso Di Giuseppe

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