Amman, un viaggio “No hate speech”
Perché viaggiare in Giordania. Un mare di bianco che quasi ti acceca, rovine, confusione e grattacieli si alternano in un mondo lontano dai miei canoni, dai canoni europei. Un mondo che mi incuriosisce, meraviglia e sorprende come non mai. Il mondo delle mille ed una notte. La Giordania ed Amman in particolare, è che quel mondo che rimarrà per sempre nel mio cuore come poche cose prima d’ora. Persone che ti fissano per strada, perché qui sei tu quella diversa, quelle stesse persone che dopo due minuti ti dicono “you’re welcome”, che si offrono di mostrarti la città e spesso anche un piatto tipico, perché il turista è sacro, specialmente negli ultimi anni. Odore di Shawerma e Falafel in ogni vicolo, mischiato a quello delle spezie, dei profumi e dei saponi, che se un tempo venivano dalla Siria, ora sono prodotti in Giordania o importati dal Libano.
La Giordania è quel paese di soli 6 milioni di abitanti che accoglie 2 milioni di profughi. Un paese che a detta di molti è a rischio perché al confine con Siria, Iraq e Palestina, ma che non ha subito alcun attacco negli ultimi 20 anni perché ha un servizio di intelligence impeccabile (almeno così mi è sembrato) e che io stessa sono riuscita a visitare. Prima di partire per questo viaggio ho sentito molte persone chiedermi se fossi pazza, ora vi posso dire con certezza che i pazzi siete voi se pensate di precludere a priori l’opportunità di visitare questo paese, perché qui non mi sono sentita in pericolo un solo secondo dei miei 8 giorni, neanche quando, dopo aver indossato una specie di burka, sono entrata nella moschea di Amman, nella quale mi hanno accolta pur non essendo musulmana e che mi hanno concesso di fotografare, neanche quando per sbaglio sono finita in un night club nel quale, alla fine, ho passato la serata in compagnia di prostitute più coperte di me (e io avevo un semplice vestito a maniche corte), neanche quando per fare un barbecue in montagna, siamo arrivati ad un passo dal confine con Siria e Palestina. La Giordania è un oasi sicura nel deserto della guerra, ricca di antichi luoghi da visitare, unici (Petra, Mar Morto, Jerash, Ajloun) e in cui il moderno, seppur a fatica, cerca di emergere. Il cibo dai mille colori, insaporito dalle mille spezie, mi mancherà sicuramente, anche se, al tramonto sulle montagne di Ajloun, grazie alle mie compagne d’avventura arabe, ho imparato a cucinare vero Kebab, sicuramente non sarà la stessa cosa. Mi mancheranno le persone fantastiche che ho conosciuto e che hanno contribuito ad aprire i miei orizzonti e ad abbattere i miei tanti tabù, i clacson impazziti della città, gli occhi azzurri degli arabi e il loro rispetto. Mi mancheranno soprattutto i miei compagni di avventura con i quali abbiamo cercato di dire no alla parola dell’odio.
Gioia Pernarella
www.loshoppingaitempidellacrisi.it
Ecco a voi il video del primo spot realizzato da Alessandro Fiorucci di Santa Marinella, ne seguirà un’altro ma sotto forma di documentario breve per raccontare il corso e come contrastare la parola dell’odio.