Santa Marinella, centro di eccellenza della cultura cinematografica italiana
Dopo il Festival di Cannes e prima della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ogni anno si snoda, per tutta la Penisola, la lunga stagione dei festival più o meno noti, dedicati a tematiche specifiche come a Bergamo o a San Salvo, o ai vari generi così a Siena, o a quelle pellicole di successo viste nell’inverno precedente per cavalcarne l’onda del consenso o, da qualche anno, alle opere prime.
Dodici anni fa, quando nacque il Santa Marinella film festival, sorse il dilemma su quale indirizzo dare alla nascente manifestazione: compiacere il pubblico riproponendo titoli di successo che avevano già percorso il loro iter commerciale nelle sale presentando, magari in nuove cornici, uno stanco dejà vu, o affrontare con coraggio il nuovo, selezionare, proporre, magari andando incontro a critiche e riserve ma così facendo sollecitare l’attenzione e la reazione del pubblico invitandolo ad un esame critico sulle opere nuove proposte.
La soluzione fu quella di andare per l’alto mare aperto e correre tutti i rischi che tale scelta avrebbe comportato, anno dopo anno, tra i mille problemi dovuti anche al contesto economico e finanziario che è andato montando e non accenna a cambiar rotta.
Incentrare un festival sulle opere prime (termine con il quale si comprendono anche le seconde prove registiche), oltre a soddisfare le attese del pubblico, in realtà ha altre valenze, poco note ai più, ma che determinano l’interesse degli autori e produttori a parteciparvi.
Il successo che queste opere prime ottengono (parliamo soprattutto di quelle ancora alla ricerca di un distributore), al santa marinella film festival, come in manifestazioni simili, è una verifica della loro bontà che le qualifica e consente loro di sperare poi in migliori condizioni sia per la distribuzione che per la cessione dei diritti di antenna.
Successo che si misura vuoi dall’affluenza e dalla reazione del pubblico (determinata dall’informazione e dalla presentazione delle pellicole) vuoi dalla comunicazione che di tanto vien data prima e dopo l’evento.
Se la presentazione non presenta solitamente problemi non altrettanto si può dire sulla comunicazione. Eccezion fatta per i mezzi di informazione interessati al territorio, i media nazionali, giornali ed emittenti televisive, guardano con sussiego le opere presenti in queste manifestazioni perché non supportate da dispendiosi uffici stampa che ne danno visibilità, al di là dei meriti artistici.
Le opere prime, realizzate per lo più per la determinazione degli autori (che spesso se ne improvvisano produttori), non possono neppure avvalersi della presenza nel cast di nomi famosi dai cachet milionari e così non hanno accesso alla rete dei media nazionali.
Ma cosa ancor più grave: se non annoverano attori di prestigio nel cast trovano maggiori difficoltà ad ricevere contributi, ottenere sostegni, trovare distributori.
Per i motivi che in modo sommario abbiamo indicato e poiché riteniamo che sia nostro dovere sostenere i giovani autori ed interpreti italiani ad emergere, il programma della XII edizione del santa marinella film festival comprende una serie di opere prime che offre un panorama esauriente del nostro cinema.
Nella scelta del programma del santa marinella film festival trovano puntuale riscontro certe caratteristiche, certe tendenze tematiche, già rilevabili negli elenchi stilati dalla Direzione Generale per il Cinema , dall’Istituto Luce, e dal tam tam dei cinefili.
Tutte le opere presentano indubbi meriti che emergono al di là della disponibilità o indisponibilità dei mezzi produttivi. Non dobbiamo lasciarcene influenzare ma valutare la capacità del regista nella direzione degli attori, la fantasia, l’originalità della storia, la spontaneità dei dialoghi, la fotografia e la scelta delle musiche. Sfrondare dagli eccessi dovuti all’entusiasmo del voler dir tutto solo perché ci sarebbe ancora tanto da raccontare. In sintesi saper guardare oltre e vedere quanto i concorrenti abbiano imparato dai maestri e quanto abbiano da raccontare del loro.
L’attenzione degli autori è focalizzata sulle fasce deboli: sui minori e sul loro bisogno di affetto così in Madeleine di Lorenzo Ceva Valla e Mario Garofalo, che sarà programmato dopo il corto Centosanti di Roberto Moliterni, e in All’improvviso Komir di Rocco Ricciardulli o in Il bambino di Vetro di Federico Crociani o in Asino vola di Marcello Fonte e Paolo Tripodi, dove le speranze del protagonista sono finalmente realizzate. Nella stessa linea anche Il nostro ultimo di Ludovico Di Martino, un viaggio di crescita di due fratelli nel culto della madre, programmato insieme al divertente corto di Gustav Baldassini L’ultima orazione.
Ancora, nel mirino dei registi la condizione femminile in Due euro l’ora di Andrea D’Ambrosio, che vedremo dopo Fiori di carta di Federica Salvatori, e in Il figlio sospeso di Egidio Termine.
E poi le difficoltà di giovani e anziani a relazionarsi con gli altri. Questi gli argomenti prevalenti, non solo per i lungometraggi ma anche e soprattutto per i corti che per la loro brevità sintetizzano ed evidenziano in modo esemplare il tema di cui sono portatori. Così è per Lo so che mi senti di Francesca Mazzoleni, Non è volare di Marcello Cotugno, La malattia degli altri di Silvia Perra, Mario di Pino di Persio, tutti con interpretazioni di grande rilievo.
Brillano nel cartellone opere di indubbio impegno culturale che spingono alla maggiore attenzione, tensione e chiedono approfondimenti quali Cain di Marco Filiberti, dall’omonima opera di George Byron, e l’anteprima assoluta de La strada spianata di Duccio Camerini ad oggi ancora in post produzione. Ancora Monitor di Alessio Lauria promosso dal Premio Solinas e Bangland di Lorenzo Berghella un film d’animazione contro la violenza che consigliamo ad un pubblico adulto, sempre contro la violenza e la sopraffazione La terra degli sconfitti di Maurizio Ravallese e Il tema di Jamil di Massimo Wertmuller. Un amore incompreso in Girlfriend di Ekaterina Volkova dalla straziante drammaticità.
Non manca neppure il piacere di sorridere con A Napoli non piove mai di Sergio Assisi che vedremo dopo Follia di mezzogiorno di Ludovica Marineo o Vegan love di Giorgio Amato.
Secondo la tradizione del santa marinella film festival, di non dimenticare i nostri grandi autori o interpreti, la XII edizione si inaugurerà il 23 luglio nel nome di Luigi Camencini del quale ricorre il centenario della nascita.
Matteo Pavesi, direttore della Fondazione Cineteca Italiana fondata dallo stesso Comencini, e il regista Franco Longobardi lo ricorderanno illustrandone due caratteristiche peculiari: la prima l’attenzione per i bambini e l’altra, meno nota, la cura per il doppiaggio. Una mostra di foto gentilmente messa a disposizione della Fondazione Cineteca Italiana di Milano e la proiezione del documentario di Franco Longobardi Comencini, amore e fantasia, concluderanno la serata.
La programmazione vedrà, a metà del suo percorso – il 30 luglio – una serata dedicata al ricordo di una grande attrice Caterina Boratto molto amata da Federico Fellini che la volle in molti dei suoi ultimi film.
Il travolgente Gianfranco Angelucci, noto al pubblico del santa marinella film festival per i suoi precedenti interventi, presenterà il libro Caterina Boratto – la donna che visse tre volte di Marina Ceratto edito dall’Edizioni Sabinae. Una mostra di foto per percorrere la carriera dell’attrice e la proiezione del film Giulietta degli spiriti di Federico Fellini con Caterina Boratto concluderanno la serata.
La serata del 31 luglio sarà riservata all’Associazione Amici di Santa Marinella, il sodalizio che collabora da due anni alla realizzazione del santa marinella film festival con la presentazione di Lunchbox di Ritesh Batra.
Il 7 agosto si concluderà la XII edizione del santa marinella film festival con la proclamazione dei vincitori, ospite d’onore Maurizio Nichetti; dopo la premiazione il suo Ladri di saponette un film culto che ha segnato la storia del nostro cinema.
Un impegno non indifferente quello affrontato anche per questa XII edizione dal santa marinella film festival con una presenza di 16 giorni consecutivi, sullo schermo 27 film, un documentario, la presentazione di un libro e due mostre, tutto questo sforzo di omini e di mezzi per fare di Santa Marinella, tramite il suo film festival un centro di eccellenza della cultura cinematografica italiana.