Lettera alla redazione dal professor Pranzetti
Cara Redazione:
“Non altrimenti fatto che d’un vento
impetüoso per gli avversi ardori
che fier la selva, e sanza alcun rattento
li rami schianta, abbatte e porta fori.
Dinanzi va polveroso va superbo,
e fa fuggir le fiere e li pastori”. (Inf. IX, 67/72).
Questi sono i versi che mi vennero in mente ieri quando, per l’ennesima ripetuta volta, sotto il soffio gagliardo d’un estivo maestrale pomeridiano, teloni, cumuli, falde e nembi di polvere si sollevarono dallo “spazzo” adiacente al Bar Luna, adibito a parcheggio. Vedessi, tra un senso di comico e di drammatico, il fuggi-fuggi generale! Uomini, donne, mamme, bimbi nel mezzo di mulinelli tra foglie, cartacce, lacerti di plastica, col sonoro continuo di smoccolamenti ed imprecazioni. Uno spettacolo che si ripete e che sta diventando, nei commenti di villeggianti e residenti, una specie di icona negativa di Santa Marinella. La annosa vicenda del “parcheggio” tira a lungo, senza che speranza alcuna di soluzione o di accordo tra l’Ente comunale e i tre proprietarî dell’area si concretizzi ché, se d’estate questa si trasforma in deposito di polvere, d’inverno diventa pantano. Pertanto, se siffatta scenografìa dovrà eternarsi in “saecula saeculorum”, sarà bene che si approfitti di utilizzare il fenomeno a fini turistici. Cioè: negli anni ‘60 il conte Fabrizio Sarazani, sapido ed arguto scrittore romano villeggiante in Santa Marinella, propose di “imbottigliare”la salubre aria locale. Analogamente si potrà, nello specifico del tema, inscatolare pizzichi di polvere a ricordo di estati roventi e ventose. Non è una bella idea? O sarebbe ora di provvedere e mettere fine a uno scandalo?
Cordialmente.
Prof. Luciano Pranzetti