Giorno: 13 Settembre 2017

EXHIBIT: la mostra di Antonio del Donno al Castello di Santa Severa

Dopo il successo degli eventi ART ONE SHOT estivi proposti da Coopculture e organizzati dalla Regione Lazio, in collaborazione con LAZIOcrea, Mibact e Comune di Santa Marinella   sabato 16 settembre alle ore 18.30 sarà inaugurata la prima mostra personale, EXHIBIT, di ANTONIO DEL DONNO, presso la bellissima Sala Pyrgi, nel cuore del Castello.

Alla prima mostra di Antonio Del Donno, visitabile dal 16 al 30 settembre 2017, seguiranno le successive tappe di esposizione, chiamate EXHIBIT, di Carlo Grechi (dal 21 ottobre al 4 novembre 2017) e Carola Masini (dal 18 novembre al 2 dicembre 2017).

 

I tre artisti protagonisti degli eventi ART ONE SHOT, occasioni d’incontro e conversazione che hanno favorito la conoscenza diretta tra artisti e visitatori, sono stati scelti per la capacità di esprimersi, con linguaggi differenti, su temi sensibili quali memoria e modernità.  Infatti, la presenza dell’arte contemporanea all’interno delle mura antiche del Castello vuole essere uno stimolo a far interloquire linguaggi diversi e a mescolare diverse vocazioni di questo luogo fitto di storia e di bellezza paesaggistica. 

Come scrive la curatrice, Romina Guidelli: “Organizzare mostre di arte contemporanea all’interno del Castello di Santa Severa significa considerare il tempo come una prosecuzione di eventi che lasciano tracce attraverso l’arte, prima testimone delle modernità che si alternano lungo la storia. Queste tracce costruiscono il panorama: sono le architetture che ‘sbocciano’ in un paesaggio come le ‘scritture’ di segni custoditi in paesaggi d’interni; esse descrivono e mantengono memoria dei  piaceri e delle abitudini, raccontano contingenze ed esperienze di chi, in momenti diversi, ha abitato o abita medesimi luoghi. …”.

E conclude presentando l’opera di Antonio Del Donno: “L’attualità è descritta dai simboli e dalle parole dipinti nelle opere di Del Donno che segnano sulle tele, attraverso un gesto pittorico distintivo e forte, profili di umane sensibilità, entusiasmi, fragili certezze, lunghe attese e profonda fiducia nell’oltre, qualunque sia il suo nome. Quello che conta è nelle piccole cose, nella verità degli accadimenti, nella fiducia nel futuro. Quello che davvero ‘brilla’ è l’arancio che parla di fuoco della ricerca, sono i blu divini; i neri che tracciano segni come cardini per eroi moderni divisi tra sacro e profano, rivoluzioni interiori e battaglie terrene: rosso e ocra. Del Donno ci racconta la vita degli ‘angeli con una sola ala”.

Arci Civitavecchia: i ragazzi dello SPRAR ottengono il brevetto di “aiuto cuochi”

Continua il progetto SPRAR gestito dall’Arci di Civitavecchia anche sul territorio di Santa Marinella. In attesa che il servizio nella Perla del Tirreno venga rinnovato con gara pubblica fino al 2019, giunge dall’ARCI di Civitavecchia, la notizia che otto ragazzi neomaggiorenni, richiedenti asilo, arrivati all’inizio di quest’estate sul nostro territorio e poco più che adolescenti, hanno aderito ad un interessante progetto “ad hoc” con lo scopo educativo di traghettare questi giovani utenti in maniera graduale verso una maggiore consapevolezza delle loro potenzialità, in moda da poterle sfruttare per costruirsi un futuro con basi solide.

Per questo, fa sapere l’ARCI: “Forti del successo ottenuto da un medesimo corso da aiuto cuoco svoltosi nel 2016 per 10 beneficiari SPRAR, abbiamo voluto creare un’opportunità analoga per i giovani ragazzi che oltre a dare concreti riscontri in termini occupazionali, mira a creare un gruppo che si auto sostiene intorno a precise attività educative e non solo. Il corso è partito a metà agosto e finirà a fine settembre con la consegna di una certificazione di competenze, corredato da attestato HACCP. La Federazione Italiana Cuochi, sezione di Civitavecchia, ha sostenuto concretamente il progetto tramite la concessione del patrocinio e  il coinvolgimento della responsabile Carla Di Michele e di altri cuochi rinomati di Civitavecchia, come l’insegnante del corso Vania Pacchiarotti, anche nello svolgimento delle lezioni tenutesi presso la sede della Cooperativa Civitabella che vanta la presenza di una cucina professionale – e prosegue – i ragazzi stanno dimostrando partecipazione ed interesse nei confronti della cucina italiana e delle tradizioni nostrane che ci auspichiamo possano dare loro una conoscenza per certi versi “diversa” della nostra cultura che non passa solo attraverso la lingua; anche se i medesimi ragazzi sono impegnati in un corso di lingua italiana specifico a supporto del corso di cucina”

 Ma le iniziative non terminano qui, informa il comitato, parlando di cultura sono state organizzate in questi ultimi giorni delle escursioni  entusiasmanti alla scoperta del territorio accompagnati dalla dottoressa nota esperta Roberta Galletta con il gruppo di neomaggiorenni ma aperto anche ad altri beneficiari, che hanno lo scopo di far passare l’integrazione attraverso la scoperta e la conoscenza delle bellezze presenti nel territorio che li ospita. In conclusione, fanno sapere che il progetto avrà durante tutto l’anno ancora molti momenti di formazione, scoperta, integrazione peculiari delle nostre attività. Un primo appuntamento aperto a tutti sarà la consegna della certificazione conclusiva del corso di aiuto cuoco che verrà effettuata dopo un esame e apposita commissione formata da noti cuochi della FIC e un momento di festeggiamento collettivo. 

UNICEF-OIM, nuovo rapporto su migranti e rifugiati: il 77% dei bambini e giovani che attraversano il Mediterraneo Centrale è vittima di abuso, sfruttamento e tratta.

Secondo un nuovo rapporto lanciato oggi dall’UNICEF e dall’OIM, i bambini e i giovani rifugiati e migranti che tentano di raggiungere l’Europa, affrontano livelli di abuso dei diritti umani spaventosi: il 77% di coloro che viaggiano lungo la rotta del Mediterraneo Centrale ha riportato esperienze dirette di abuso, sfruttamento e pratiche che potrebbero equivalere a tratta di esseri umani.

“Viaggi Spaventosi” (Harrowing Journeys) mostra che mentre tutti i migranti e i rifugiati corrono alti rischi, i bambini e i giovani migranti sono molto più esposti allo sfruttamento e alla tratta rispetto agli adulti dai 25 anni in su: quasi il doppio lungo la rotta del Mediterraneo Orientale e con un tasso del 13% superiore sulla rotta del Mediterraneo Centrale.

Il rapporto è basato sulle testimonianze di circa 22.000 migranti e rifugiati, compresi 11.000 bambini e giovani, intervistati dall’OIM.

Aimamo, un ragazzo non accompagnato di 16 anni proveniente dal Gambia e intervistato presso un rifugio in Italia, ha detto di essere stato costretto per mesi, una volta arrivato in Libia, ad un estenuante lavoro manuale per mano di responsabili di tratta. “Se provi a scappare, ti sparano. Se smetti di lavorare, ti picchiano. Eravamo come degli schiavi. Alla fine della giornata, ti chiudono dentro.”

“La dura realtà è che ormai pratica consueta che i bambini migranti lungo il Mediterraneo siano vittime di abusi, traffico, percosse e discriminazioni”, ha dichiarato Afshan Khan, Direttore Regionale e Coordinatore Speciale dell’UNICEF per la crisi Rifugiati e Migranti in Europa. “I leader dell’Unione Europea dovrebbero attuare delle soluzioni durature che comprendano percorsi migratori sicuri e legali, stabilire corridoi di protezione e trovare alternative alla detenzione di bambini migranti.”

“Per le persone che lasciano i propri paesi in fuga da violenze, instabilità e povertà, i fattori che le spingono a migrare sono gravi, queste persone intraprendono viaggi pericolosi pur sapendo che potrebbero costare loro la dignità, il benessere o anche la vita,” ha dichiarato Eugenio Ambrosi, Direttore Regionale dell’OIM per l’Unione Europea, la Norvegia e la Svizzera. “Se non verranno istituiti percorsi migratori più regolari, altre misure saranno relativamente inefficaci. Dobbiamo ravvivare un approccio alle migrazioni basato sui diritti, migliorare i meccanismi per identificare e proteggere i più vulnerabili nel processo migratorio, a prescindere dal loro status legale.”

Il rapporto mostra anche che, mentre tutti i bambini migranti sono esposti a grandi rischi, coloro che provengono dall’Africa sub sahariana hanno probabilità molto maggiori di subire sfruttamento e tratta rispetto a persone che si spostano da altri paesi del mondo: lungo la rotta del Mediterraneo Orientale, il 65% rispetto al 15% e lungo la rotta del Mediterraneo centrale l’83% rispetto al 56%. Il razzismo è probabilmente il principale fattore alla base di questa discrepanza.

I bambini e i giovani che viaggiano da soli o per lunghi periodi, insieme con coloro che hanno bassi livelli di istruzione, sono tra i più vulnerabili a sfruttamento per mano di responsabili di tratta e gruppi criminali durante il viaggio. Secondo il rapporto, la rotta del Mediterraneo Centrale è particolarmente pericolosa: la maggior parte dei migranti e dei rifugiati che hanno attraversato la Libia continuano ad essere fortemente colpiti da illegalità, milizie e criminalità. In media i giovani pagano tra i 1.000 e i 5.000 dollari per il viaggio e spesso arrivano in Europa con debiti, il che li espone ad ulteriori rischi.

Il rapporto chiede a tutte le parti interessate – paesi di origine, di transito e destinazione, l’Unione Africana, l’Unione Europea, le organizzazioni internazionali e nazionali con il supporto della comunità dei donatori – di dare priorità ad una serie di azioni. Queste comprendono: stabilire passaggi regolari e sicuri per i bambini migranti; rafforzare i servizi di protezione dei bambini migranti e rifugiati nei paesi di origine, transito e destinazione; trovare alternative alla detenzione dei bambini migranti; lavorare ai confini per combattere tratta e sfruttamento; combattere la xenofobia, il razzismo e le discriminazioni contro tutti i migranti e i rifugiati.

 

L’UNICEF continua a chiedere ai Governi di adottare l’Agenda di Sei Punti d’Azione dell’UNICEF per proteggere i bambini rifugiati e migranti e garantire il loro benessere:

  1. proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza.
  2. Porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative pratiche.
  3. Tenere unite le famiglie, come migliore mezzo per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale.
  4. Consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità.
  5. Chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati.
  6. Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei paesi di transito e di destinazione.