Elezioni comunali 2018: guerra di nomi nel centro sinistra più diviso che mai
Il ministero degli interni ha stabilito ufficialmente la data per le prossime elezioni amministrative per la scelta dei sindaci e dei consigli comunali: il 10 di giugno, dunque anche Santa Marinella andrà al voto, dopo la relativamente breve parentesi del commissario prefettizio.
Eppure, ad oggi, gli schieramenti politici cittadini non sembrano aver ancora le idee chiare sui nomi dei candidati: anzi a essere sinceri, sembrano concordi solo sui nomi che non vogliono vedere comparire, piuttosto che per quelli che vogliono effettivamente candidare.
Una delle poche certezze era la candidatura di Pietro Tidei tra le fila del PD che però aveva lasciato perplessi molti esponenti della sinistra santa marinellese, sia per il metodo scelto dai Dem per decidere il loro candidato, sia per l’intransigenza del partito di Renzi nel sentire altre proposte.
Solo Renzo Barbazza, originariamente presentatosi come indipendente, per ora sembra confluire sulle posizioni di D’Emilio e compagni.
Di tutt’altro avviso altri nomi della sinistra, come il Circolo Sandro Pertini, in passato espressione proprio del PD, che oggi propone, insieme ad altri, il nome dell’ex consigliere d’opposizione Stefano Massera, orfano dell’esperienza di Un’altra città è possibile. Il Circolo fa il nome di Massera come proposta alle altre forze della sinistra e afferma di aver ottenuto la disponibilità al dialogo da Lorenzo Casella, candidato de Il Paese che vorrei, ma ammette di aver trovato lo scoglio della rigida posizione del PD ormai forte dell’appoggio dichiarato di Barbazza. Per il Circolo, con quest’assenza di dialogo si fa solo il gioco del centro destra e del Movimento 5 Stelle.
Anche Casella non sembra del tutto in linea con i democratici: punta il dito contro chi chiede a gran voce al commissario prefettizio di dichiarare il dissesto finanziario del Comune di Santa Marinella. “La dichiarazione di dissesto è un fatto tecnico che riguarda il rapporto tra i debiti contratti e la relativa possibilità di risanarli e speriamo che questa eventualità sia scongiurata” – ha sostenuto con preoccupazione – “perché il default finanziario di un Comune si traduce in una serie di automatismi che ricadono sulla collettività. Significa imporre tasse alla massima aliquota a tutti, contrarre l’erogazione dei servizi ai cittadini e aumentare le tariffe dei servizi che non possono essere sospesi. Significa anche l’impossibilità di contrarre mutui per la realizzazione di progetti di sviluppo ma il vincolo a contrarne unicamente per estinguere il debito. Significa infine,la svendita dei beni pubblici, la liquidazione di ciò che è rimasto tra i beni patrimoniali comunali e altre eventuali azioni fortemente penalizzanti”.
Infine, sempre in casa PD, circolano su Facebook alcune affermazioni di Stefano Giannini, membro della Direzione Regionale del partito, che pone l’accento sulla situazione che ruota attorno alla figura di Andrea Bianchi, ex consigliere d’opposizione che alcune voci vorrebbero in rotta con Tidei.
Ora che la data delle elezioni è stata ufficialmente dichiarata, tutti i partiti, i movimenti e le liste civiche dovranno sbrigarsi perché in soli due mesi dovranno riuscire a convincere gli elettori, anche se il sospetto di molti è che tutti i giochi si concluderanno con strette di mano tra l’11 e il 24 giugno, giorno del ballottaggio.