Spesso il grande pubblico vede la psicologia come un insieme di ragionamenti filosofici, quasi dogmatici, che alcuni definiscono addirittura “religione laica”. La psicologia, vista come mera speculazione intellettuale, molte volte allontana proprio quelle persone che dallo psicologo potrebbero trarre il maggior vantaggio. Vorrei quindi iniziare l’anno nuovo cercando di spiegare a tutti il senso di alcuni concetti che si sentono ” in giro” e fanno riferimento a teorie psicologiche che nessuno spiega.
Iniziamo il percorso proposto dal principio dell’impotenza appresa, che nulla ha a che vedere con la sessualità e fu scoperto da Seligman nel secolo scorso. Martin Seligman aveva notato che un cane, chiuso in una stanza senza uscita, se sottoposto ad uno stimolo doloroso (scosse elettriche), si dimena, cerca una via di fuga dallo stimolo doloroso poi, quando capisce che non c’è possibilità di fuga, si rassegna e subisce passivamente il dolore. Questo comportamento, comune a tutti i mammiferi, è stato considerato da Seligman alla base della depressione umana. Secondo Martin Seligman l’impossibilità di sfuggire al dolore è alla base del quadro comportamentale comunemente definito depressione nell’uomo.
La differenza fondamentale tra il cane di Seligman e l’uomo depresso sta però nel fatto che lo stimolo elettrico è universalmente ritenuto doloroso per gli animali, mentre l’uomo interpreta gli stimoli usando le proprie facoltà cognitive, e anche il concetto di dolore diventa relativo. Se tutti i cani sviluppano l’impotenza appresa nelle condizioni dell’esperimento di Seligman, non è altrettanto automatico tale comportamento in ogni essere umano davanti allo stesso stimolo, in quanto influisce notevolmente sul comportamento messo in atto l’interpretazione che ciascuno da dello stimolo stesso.
Non tutti gli esseri umani reagiranno con comportamenti da depresso a stimoli dolorosi come lutti o altre gravi situazioni, in quanto solo chi ritiene che quello stimolo sia senza possibilità di fuga adotterà il quadro comportamentale dell’impotenza appresa.
Da queste considerazioni, i successori di Seligman hanno elaborato diverse strategie terapeutiche, atte a sostenere le persone che hanno instaurato comportamenti tipici dell’impotenza appresa. Partendo dunque dalla teoria di Seligman, occorre individuare l’origine dello stimolo che è reputato insormontabile e causa impotenza appresa, cercare di capire se e come si possa superare quello stimolo doloroso, e passare all’azione per superare la sensazione di dolore, onde evitare di cadere nella depressione.
Spesso, anche a livello inconscio, molte persone risolvono così le proprie depressioni ma, quando le proprie energie non bastano, è utile rivolgersi ad un esperto che possa fornire un punto di vista esterno, competente e utile a risolvere il problema. L’unica raccomandazione è però quella di intervenire precocemente, prima che il comportamento patologico si sclerotizzi e diventi più difficile da modificare.
Dott. Alfonso Di Giuseppe – Psicologo